venerdì 15 marzo 2013

Prof, il cane mi ha mangiato il compito!

Consegna delle presentazioni per scienze, il panico aleggia tra gli studenti. 
Gli alunni chiamati avanzano verso la cattedra/patibolo brandendo la chiavetta, mentre la metà classe che non ha finito il compito balbetta scuse poco convincenti; dei minacciosi due incombono su di loro.
Prof: *cognome*?
M: Prof, io non avevo Power Point e...
Prof: Smettetela di usare questa scusa! Non mi interessa! Fate il grafico e non avete dei programmi di base come questo? Non li voglio i tuoi fogli. - minaccia, lanciando uno sguardo a M. che stava per alzarsi con in mano una ricerca cartacea - Due.
Prof: *cognome*?
T: E' lì, nella cartella "scienze".
Prof: *cognome*?
StudentessaSventurata: Prof, ho un problema.
Phatos.
Prof: Fammi indovinare, niente ricerca?
StudentessaSventurata: Si. Cioè, no! Posso spiegare?
La nostra sventurata eroina è la penultima dell'appello, durante il quale la prof ha già avuto tutto il tempo per esaurire la pazienza. Prima di ricevere una risposta negativa continua a farfugliare.
StudentessaSventurata: E' che io non ho PowerPoint
La prof solleva il sopracciglio, indecisa sul se considerarla una battuta o la prova tangibile della stupidità della sua interlocutrice. Su ventitrè alunni è la ventunesima ad affermarlo.
StudentessaSventurata: Ma io avevo le informazioni pronte! Avevo tutto lì, sul pc, pronto a fare la presentazione! Solo che non sapevo come farle, perchè PowerPoint appunto non ce l'ho. Pensavo di fare delle slide finte con paint ma...
Prof: Si, si, taglia corto.
StudentessaSventurata: Poi ho scoperto che le presentazioni si possono fare anche con OpenOffice, quindi lo stavo per fare ma...
Prof: Due anche a te.
StudentessaSventurata: No, è la vernice!
La nostra eroina spalanca gli occhi in un'espressione di disperazione, allungando le braccia sul banco.
Parte degli alunni si gira a guardarla con un sorrisetto a fior di labbra, pronti a sfottere la scusa improbabile del giorno.
StudentessaSventurata: E' che lo stavo facendo, ma poi ho rovesciato la vernice sulla tastiera! Gialla fosforescente, vede?
La ragazza inizia a gesticolare convulsamente nel tentativo di mostrare la mani macchiate, in preda al panico. Nulla è più terrificante della prof di scienze, nulla. Lei è quel tipo di persona che boccia per un'antipatia, pronta a renderti la vita un inferno per una risposta particolarmente sbagliata. 
StudentessaSventurata: Ce l'ho ancora sulle mani, vede? Il pc ha iniziato a fare fumo dai bordi, lo schermo si è spento e dalle ventole uscivano scintille! Giuro!
La professoressa dopo un attimo di smarrimento ride, probabilmente più dell'espressione della ragazza che del racconto in se. Tutta la classe si unisce a lei.
Prof: Potevi fare come G. e fingere di averla dimenticata a casa, su!
S: No prof, guardi che conoscendola è vero.
S. si gira a guardarla con quell'aria di divertimento contenuto di una persona che vede un bambino che non conosce fare qualcosa di sbagliato.
Prof: Mi dispiace per le tue disavventure. Però capisci che il due te lo devo dare lo stesso. A meno che tu non mi porti tutto finito la prossima volta, facciamo così?
StudentessaSventurata: Ma prof, io non ce l'ho più un computer
L'affermazione scatena un'altra ondata di risatine.
La ragazza sprofonda con la faccia nel banco, desiderando di essere inghiottita dal pavimento.


I wanna die.
Mi ero impegnata per quell'inutile presentazione, ora mi ritrovo ad essere una barbona informatica che elemosina mezzi tecnologici al parente più vicino.
Uccidetemi
E la cosa imbarazzante è che ho lasciato la ristrutturazione del blog a metà, con quella descrizione imbarazzante, senza la possibilità di fare nulla.
Defibrillatemi e uccidetemi di nuovo, infilzandomi con uno stuzzicadenti.

sabato 9 marzo 2013

Amori improbabilerrimi

Prendere una cotta per un professore.
Ah, che cosa ridicola!
Mi è sempre sembrata un'idea assurda, anche considerato che fino ad ora ho sempre avuto solo professoresse, con l'eccezione di qualche ultracinquantenne con un alito che risveglia i morti.
Nella mia scuola una ragazza di quinta appena finita la maturità ha sposato un professore e sono andati a vivere insieme. Ed era ultracinquantenne anche lui. Cosa c'è di sbagliato nel mondo?
Ma soprattutto, come si fa a prendere seriamente queste cose? 
E' il classico racconto tramandato per sentito dire. Ogni scuola ha il professore che se la fa con le alunne e quella ragazza che una volta è finita al pronto soccorso intrattenendosi con un wurstel che ha deciso di spezzarsi sul più bello. Questa creatura mitologica, la cui storia ha fatto ormai il giro del mondo, non si sa bene chi sia; ma essendo un'improbabile conoscente di un compagno di scuola dell'amico di tuo fratello la veridicità di questi fatti è accertata. Sono tutti pronti a giurarlo.
Quindi, ricapitolando, prendere una cotta per un prof è un cosa ai limiti del ridicolo. Per me, almeno.
Questa è esattemente la tesi che sostenevo prima di ricevere un supplente di matematica venticinquenne. 


Quel tipo di professore biondo rossiccio, con delle adorabili guance un po' incavate, quello che quando prendi un quattro ti guarda dispiaciuto e ti rassicura dicendo che ti fa rifare degli esercizi e te lo toglie.
Quindi hey, sono fregata.
Ciao ciao, sufficienza in matematica.

lunedì 28 gennaio 2013

Maniacale, ma solo un pochino.

Sono fermamente convinta che Satana, dal monolocale con vista mare di fiamme che si ritrova, si diverta a lanciami maledizioni e impormi manie. Scarto l'ipotesi che le mie inutili ossesioni siano colpa del fatto che sono psicopatica, incolpare qualcun'altro è decisamente più comodo. (In minima parte sono sicura che sia anche colpa di Berlusconi, ma questo è ancora da accertare)
Quale delle mie manie è la più inutile e mi fa perdere più tempo? Quella per lo studio, ovviamente. Che se alla fine studiassi, dopo aver fatto la paranoica, non sarebbe male, ma la preparazione allo studio mi succhia via tutto il tempo che gli dedico.
Il punto è che non sono in grado di concertrarmi se non dopo aver impiegato mezz'ora per abolire qualunque minima forma di distrazione o scomodità. Il che non vuol dire spegnere la tv e minacciare il fratellino/gatto/cactus domestico per ottenere il silenzio, ma:
• Cambiarsi, mettendo tuta e maglietta. Vietate le canottiere.
• Lavarsi i denti.
• Legarsi i capelli.
• Togliere qualunque anello, collana, braccialetto.
• Struccarsi.
• Lavarsi le mani.
E questa era la preparazione applicata a me stessa, mentre per riuscire a studiare degnamente mi serve anche un luogo luminoso, un evidenziatore, un foglio su cui riassumere tutto con ordine maniacale. Se scrivo male, butto via e mi tocca rifare. Il foglio, deve categoricamente deve stare attaccato al quaderno, niente fogli di raccoglitore e non può essere nemmeno lontanamente spiegazzato. Ricordo una volta, studiando a casa di una mia amica, in cui quasi ci siamo mese a litigare perchè si rifiutava di darmi un altro foglio, visto che il mio era solo un po' strappato. Eresia.
Sono psicopatica, e ne sono consapevole. Ma se manca un solo di questi elementi lo studio non s'ha da fare.
Prof, non è colpa mia se non riesco a studiare, sono nata paranoica.

giovedì 13 dicembre 2012

Come "evitare" la figura di merda del secolo

Autogestione nella mia scuola.
Che per chi non sappia cosa sia (esistono davvero queste persone) è come occupazione, solo che invece di starsene con le mani in mano gli studenti vanno ai collettivi, dei corsi organizzati da altri studenti in cui si suona, si fotografa, si disegna, si guardano film impegnativi, si riparano i banchi rotti, si ridipingono i muri.
Ero al collettivo di musica, nei sotteranei, quando decido di andare a disegnare al quarto piano.
Quindi esco, e dopo pochi metri sento un fischio assordante.
Non era l'allarme anti incendio, solo un fischio (non umano, eh). Un insistente, fastidioso, assordante, fischio.
Io e le persone intorno a me ci giriamo stupiti, cercando di capire cosa sia e da dove provenga, senza riuscirci.
Dopo un minuto buono decido di fregarmene e salgo le scale.
Arrivata al terzo piano dopo qualche minuto (avevo incontrato per le scale delle persone che conoscevo) incrocio l'ex rappresentante di istituto che, incazzatissimo, dopo qualche secondo inizia a chiedere cosa sia il fischio in questione alle persone vicino a lui, esclamando un
- Ma cos'è sto rumore? Non sono impazzito, lo sentite anche voi? Ragazzi, ma siete impazziti?
L'ultima frase l'ha urlata giù dalle scale rivolto a quelli del collettivo musicale, convinto che provenisse da loro. E magari scritto così sembra una cosa tranquilla, ma vi assicuro che era davvero incazzato.
Passo avanti, e vado a salutare degli amici al terzo piano.
Appena arrivata la gente inizia a notare il rumore, cosa strana visto che persisteva ormai da cinque minuti, accorrono bidelle con aria interrogativa e studenti spaesati. Tutti chiedono cosa sia davanti a me stupita, mentre continuo a ripetere che qualunque cosa sia continua da parecchio. Credo che una bidella abbia anche chiamato un tecnico o i pompieri.
Comunque, afferro una mia amica e mi dirigo verso il quarto piano, passando di nuovo davanti all'ex rappresentante di istituto che, incazzatissimo, mi urla:
- Sei tu!
- So io cosa?
- A fare il rumore!
Io in un primo momento lo guardo ridendo, perchè pensavo stesse scherzando.
- Ma come faccio ad essere io, scusa?
- Sei tu!
Poi vedo la sua faccia al limite dell'esplosione, quindi mi giro e mi allontano con la mia amica salendo le scale. Lei due scalini dopo mi guarda sbigottita e con la faccia di uno che ha appena scoperto che alla mattina mangio gattini pucciati nel latte mi fa:
- Ma guarda che sei tu davvero
- Che stai dicendo?
- Fidati, è il tuo cellulare!
- Ma se ce l'ho in mano! Non sta facendo niente!
- Ti giuro, è qualcosa nella tua borsa!
A questo punto eravamo al quarto piano, per fortuna deserto. Infilo una mano nella borsa, ed estraggo un megafono.

Piccola parentesi.
Il rappresentate d'istituto aveva chiesto di portare a scuola casse, microfoni o qualunque dispositivo di amplificazione avessimo, quindi mi sono portata dietro il mini megafono di mio fratello.

Ecco, non ho idea di come sia successo, ma è impazzito, e bloccato con il volume al massimo stava fischiando con tutta la sua forza.
Avrei voluto vedere la mia faccia quando mi sono resa conto in un secondo dell'accaduto. L'urlo di Munch non è nulla in confronto.
Ho afferrato l'amica per un braccio, sono entrata correndo in un aula vuota in cui ho provato a spegnerlo, per poi togliere le pile, mentre lei continuava a chiedermi come avessi fatto a non accorgemene.

Ecco, forse non ho dato un quadro abbastanza chiaro della situazione: quel fischio è durato una decina di minuti, l'ha sentito TUTTA la scuola da tutti i piani, ha fatto incazzare l'ex rappresentante, ha fatto chiamare i pompieri o nonhocapitocosa alle bidelle e fermato tutti i colletivi che si chiedevano cosa fosse.
In ogni caso, ho perso dieci anni di vita.

giovedì 29 novembre 2012

Intercultura e balle varie

Ciao, pirati! Che mi succede di recente?
Succede che sto pianificando l'anno prossimo. Sapete cosa sia intercultura? Per chi avesse risposto no, è un'associazione che organizza soggiorni di studio all'estero, consentendoti di fare anni scolastici fuori dall'Italia.
Oh si.
America.
Non ho scelto proprio intercultura, ma un'associazione diversa, per 3 principali motivi:
1) Con intercultura non ti mandano esattamente dove vuoi tu, devi fare una classifica con minimo 3 e massimo 10 scelte, quindi tu puoi mettere l'Australia al primo posto e ritrovarti imbarcato a tradimento su un aereo per Pechino (ed è successo).
2) Anche se avessi voluto farlo, comunque le iscrizioni sono già chiuse da qualche settimana.
3) Ho scritto tre motivi perchè suona più figo, ma non me ne viene in mente un terzo. E' il pensiero che conta, su. Non siate superficiali.
Il punto è che non sono ancora sicura al cento per cento, ma se aspetto che le iscrizioni chiudano ovunque non vado più e me ne pentirò fino alla fine dei tempi/ devo iscrivermi in una di quelle associazioni dove servono i big money, e mi tocca rapinare una banca.
Ho il colloquio l'11 dicembre e in teoria dovrei studiare come una dannata perchè mi faranno un test di inglese, in pratica mi limiterò a fare indigestione di film in lingua.
Sono sicura, sembre che venga presa, di finire negli Stati Uniti, ma sapete il problema?
Gli states sono 50. E, cosa che tutti tendono a dimenticare, comprendono anche Alaska e Hawaii, nei quale potrei tranquillamente finire. Farsi un anno alle Hawaii forse non è esattamente una cosa della quale lamentarsi, ma andare a farmi sgranocchiare le caviglie da qualche lupo/orso/igloo posseduto non è una prospettiva poi così attraente. Perchè per quanto con la mia associazione non corra il rischio di finire in Cina, in Germania o posti che non c'entrano nulla, non ho nessun potere decisionale sulla precisa destinazione finale.
E non è neanche finita qui.
Cercare una famiglia che dia la propria ospitalità a un'estraneo senza neanche essere pagata non è facile, quindi in teoria possono darmi la destinazione finale anche due giorni prima della partenza.
Capite? Io magari non compro nulla di particolare, e poi due giorni prima scopro che vengo mandata in mezzo al deserto a mangiare datteri con una famiglia di beduini che gioca a poker con i cammelli (questa forse è un tantino improbabile) o che in un posto dove in una giornata standard ci sono -30 gradi al sole.
"- Mamma, e se finissi in qualche posto esotico? Ho assolutamente bisogno di quel bikini e altre venitimila cose inutili che ilcielomicadaaddosso se sono scuse!"
Mh. Questo potrebbe essere un risvolto interessante.
Scusate, ora vado a rotolarmi nella mia americana disperazione (si, mi rotolo ovunque, abituatevi).

giovedì 1 novembre 2012

Siamo tutti morti, accettiamolo

- In pratica non è stato concepito come un film di animazione, è che degli artisti l'hanno rielaborato disegnando fotogramma per fotogramma sulla pellicola originale, capite?
- Ma di che sta parlando prof?
- Il film! Sto per farvi vedere un film!
Con queste parole il prof di religione è entrato in classe portando un computer sottobraccio, e senza spiegare nient'altro dopo aver armeggiato un po' ha girato lo schermo verso di noi, incitandoci a raggiungerlo.
Così, mentre dietro di me qualcuno rollava sigarette e qualcun'altro trascinava banchi, è partito quello che per me è un inno alle seghe mentali.
Il film inizia riprendendo due bambini che giocano con un coso non meglio definibile di carta, quello che tutti noi facevamo alle elementari mettendo insulti agli altri bambini, correndo ovunque da bravi scartavetrapalle mentre chiedevamo di scegliere un colore/numero. Fingerò di credere che abbiate capito. Comunque esce la frase "il sogno è il destino".
La scena si sposta su un ragazzo uscito da una stazione, che si fa portare in giro da un tassista con la macchina a forma di barca senza una meta. Da lì in poi la trama fa ciaociao, vengono inquadrati diversi personaggi sconnessi tra loro con cui parla, anche se in realtà sono più dei monologhi che trattano di argomenti complicati dai temi più strani. 
Il problema è che per quanto il sottofondo filosofico-malinconico sia molto interessante, lo stile del disegno distrae così tanto da farti perdere il filo di un discorso così impegnato.
Come ad un certo punto in cui un uomo parla in un bar, e la sua faccia continua a gonfiarsi e deformarsi, impedendoti di capire cosa stia dicendo, soprattutto se sei in una classe rumorosa.
Ma il punto che mi ha colpita di più è stato uno in cui il nostro anonimo protagonista dal femminile taglio di capelli era assente, e c'era un dialogo tra un'uomo e una donna sdraiati a letto.
Lui esordisce dicendo che ultimamente pensa sempre a una cosa che lei ha detto, cioè che lei si sentiva come se stesse vedendo la propria vita dall'esterno, come se fosse vecchia e stesse riguardando i propri ricordi durante un sogno.
Dice di aver letto su una qualche rivista scientifica che dopo la morte l'attività celebrale continua per circa sei-sette minuti, in stato onirico.

Voi avete mai avuto questa sensazione? 
E se stessimo sognando? Se stessimo in realtà ripercorrendo la nostra vita mentre siamo così vicini alla sua fine? 
Se ci pensate, quando la mattina ci si riaddormenta dopo essersi svegliati per poi alzarsi definitivamente, spesso capita di fare in un minuto dei sogni molto articolati, certamente più lunghi del tempo passato effettivamente addormentati.
Setti minuti di sonno possono equivalere a una vita intera?

martedì 23 ottobre 2012

Impassibile stupidità matematica

Mettiamola così: qualunque entità barbuta che sieda da qualche parte su una nuvoletta intenta a sgranocchiare pop corn mentre controlla le nostre vite, in un momento di noia ha sparso per la mia vita persone ritardate come coriandoli a carnevale.
Ora esamineremo la strana forma di vita a base di carbonio e indifferenza che è la mia prof di matematica.
Due premesse:
1) Cambio quasi tutti gli anni quasi tutti i prof, quindi la conosco da appena due mesi
2) La sua esmplare stupidità non mi dispiace più di tanto, perchè avendo io una paura che sfiora i limiti dell'imbarazzo nei confronti degli esercizi alla lavagna e una simpatica discalculia galoppante sempre al mio fianco, il fatto di avere una prof che non sa relazionarsi con la classe gioca a mio favore, relegandomi al dolce far nulla.

Vi propongo una situazione tipica della mia classe durante matematica.
E vi basta pensare che io sto scrivendo tutto questo al primo banco davanti al suo naso, eh.
Un ragazzo dietro di me ha appena chiesto alla prof, urlando, se trovi legale il suo modo di spiegare.
Nessuna reazione. Che strano.
All'inizio dell'ora, ad esempio, c'eranoi tre ragazzi di un'altra classe seduti con nonchelance  insieme a noi, che si sforzavano, provocando la la prof, di fare i deficienti.
Non so che reazione si aspettassero, se consideriamo che sono entrati in classe ballando davanti ai suoi impassibili occhi, ma tralasciamo. Dopo una decina di minuti in cui la prof non aveva ancora finito di fare l'appello e loro avevano esaurito l'inventiva riguardo alle stronzate da fare
Nonono aspettate, lo stesso ragazzo di prima sta spiegando le teorie di Anassagora a uno dall'altra parte della classe, urlando per cercare di sovrastare il rumore da pollaio di sottofondo. La prof lo richiama pigramente, e lui fingendo di aver capito che la prof stesse dicendo che si sbagliava, esclama un "Ma è vero, prof! Anassagora era quello che pensava che il principio di tutto fossero le omeomerie!". Nessuna reazione. Il simpaticone continua a spiegare alla prof.
Questa donna ha i riflessi della più sveglia delle mattonelle, gente.
Dicevo?
Ah, si.
Se quei tre se ne sono andati, è solo perchè la prof tanto non li stava richiamando in nessun modo. Quindi il maschio alfa fa la cosa più ovvia in questo caso, ovvero si alza, infila volutamente il piede nel cestino, gira un po' in tondo davanti alla cattedra mentre bestemmia ripetutamente con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, poi esce, seguito dagli altri.
Nessuna reazione. Ohmachestrano.
Il modo in cui ignora bellamente l'essere presa per il culo è qualcosa ai limiti dell'immaginazione.
Andrei avanti con le meravigliose-avventure-della-donna-che-non-reagiva (un giorno ci farò una sigla, non dubitatene) ma la sua allegra e squillante esasperatamente lenta voce da fiera donna di Neanderthal ci ha avvisato che è finita l'ora, quindi forse continuo un'altra volta.
Mangiate tre porzioni di frutta e verdura al giorno e una di polinomi, mi raccomando :3